consigli viaggio

PAGINA IN RIFACIMENTO

Per riflettere:


"l Mali è forse il paese più interessante dell'Africa Occidentale. Bisogna andare in Mali. Perché fa bene allo spirito, riaccende emozioni sopite, suscita sensazioni mai provate, combatte l'accidia disponendo alla riflessione.

I francesi usano il termine "attachant" parlando del Mali, "tocca il cuore" ed è proprio così. 

Impossibile non innamorarsi del sorriso della gente, del casino gioioso e odoroso dei mercati, delle voci allegre che rimbalzano tra le case nei minuscoli villaggi. 

Difficile rimanere insensibili allo scorrere lento del tempo lungo le rive del Niger, ai silenzi assordanti del deserto, alle albe nella brousse annunciate dal canto degli uccelli...

Sì, il Mali è "attachant" decisamente improbabile non affezionarsi a questa terra e a questo popolo così dolce, sereno ed accogliente...

Arte, architettura ed artigianato fondono nel quotidiano ingredienti radicati nella notte dei tempi ed espressioni di quella sfera magico-religiosa...

E' sicuramente un pezzo d'Africa genuina, dove la gente si abbandona col sorriso ad una lucida e serena rassegnazione, fidandosi agli antenati per guadagnarsi la benevolenza della Natura. 

Si vive al ritmo del sole, delle stagioni, delle piene del fiume, il tempo non conta. Nessuno è vittima dello stress in Mali, solo i bianchi che arrivano qui gravati dal loro fardello di fretta e di paturnie." 

Giancarlo Salvador ("Mali: dal Sahel al Sahara, fascino e mistero dei popoli lungo il NIger" - Ed. POLARIS)


Consigli di viaggio in Mali: 

attenzione! progetto al momento sospeso

DOMANDE FREQUENTI CHE MI HANNO RIVOLTO PRIMA DEL VIAGGIO



Com'è il clima e quando viaggiare in Mali?

Il periodo migliore è da novembre a metà febbraio, perchè c'è un buon clima: con temperature dai 15 ai 35 gradi di giorno ma con caldo secco, e la sera fresco intorno ai 18 gradi; al nord ad esempio a Timbuctu la notte è ancora più fredda.

Dalla metà di febbraio inizia ad esserci veramente troppo caldo per noi tubab e poi segue la stagione delle piogge a luglio agosto e settembre che presentano temporali intensi con il problema di rendere gli spostamenti sulle strade davvero difficili.

Quali Vaccinazioni?

La vaccinazione contro la FEBBRE GIALLA è l'unica richiesta come obbligatoria, dura 10 anni.

La profilassi antimalarica è consigliata, ma se si viaggia nella stagione secca (da novembre a febbraio) le zanzare sono poche, solo per circa un'ora alla sera, pertanto a mio parere si può valutare se preferire evitare una terapia con i farmaci antimalarici e dedicarsi a una srupolosa protezione antizanzare con spray ecc.

Se si pensa di mangiare al di fuori dai ristoranti, può essere conveniente la vaccinazione antiepatite. Stessa cosa può valere per la vaccinazione antitifica, se non si beve acqua confezionata in bottiglia.

Il Mali è un paese pericoloso?

aggiornamento 2012: al momento a causa di ribelli, integralisti islamici e

governo assente è sconsigliabile un viaggio in Mali.

Sì è vero, è sconsigliato il turismo in Mali, ma in realtà bisogna

chiarire quali e dove sono queste ipotetiche zone calde.

Il Mali è un paese molto ampio, 4 volte l'Italia e tutta la parte nord

è costituito dal deserto. Zone quasi irraggiungibili e non frequentate.

Qui non esistono strade ed in alcune aree non esistono nemmeno piste.

In queste zone 20 anni fa ci sono stati scontri tra il governo e i touareg

e ancora ci sono incomprensioni. Dal 2010 si ritiene che anche dei

terroristi si nascondano in questo deserto tra Algeria, Mali e Niger.

Si ritiene inoltre che un gruppo di Tamachek si sia organizzato per

riappropriarsi di questo territorio tra paesi differenti, che ritengono loro.

Vengono chiamati Ribelli e le voci dicono che siano ritornati dal lavoro in Lybia.

Ci sono stati nel gennaio 2012 attentati al nord verso obiettivi militari.

Sicuramente non consiglierei mai di fare un viaggio nel mezzo del deserto

più sperduto, dove nemmeno un maliano andrebbe.

Il nostro itinerario si svolge a mille km da lì. Il posto

più a nord che tocchiamo è Timbuctu. L'importante è mantenersi in

 zone turistiche e abitate.

Per quanto riguarda invece le dicerie che il Mali sia pericoloso anche nelle

zone sud, invece mi sento di dire chiaramente che non sia vero.

La popolazione nera del Mali ha un carattere davvero tranquillo, un pò

anche rassegnato purtroppo. Un paese mai toccato dalla guerra, con decine di

etnie che vanno tutte d accordo tra loro, con varie religioni che si

affiancano senza problemi. In Mali musulmani, cristiani e animisti

festeggiano insieme. In Mali sarà anche impossibile trovare dei ladri verso

i bianchi. Siamo visti come qualcuno da rispettare.


E il Festival du Desert?

Il festival del deserto è a metà gennaio nel nord del Mali ad Essakan (a due ore di pista da Timbuctu). Dal 2010 per garantire una maggiore sicurezza è stato svolto appena fuori Timboctu.

Consiglio il festival sur le Niger, che si tiene a febbraio a Segou, una cittadina tranquilla e "artistica" sulle rive del grande fiume. L'atmosfera è diversa dal deserto, è un atmosfera pacifica, l'atmosfera dei griot (i corrispondenti dei nostri "bardi") che si siedono e iniziano a suonare e cantare l'antica storia dell'impero del Mali..... Il festival dura 5 giorni ed è ricco di spettacoli, mostre esposizioni e concerti, in genere con i più grandi artisti maliani, come Salif Keita, Rokia Traorè, Habib Koita, ecc.

Libri consigliati

Come letture consiglio:

RADICI NELLA SABBIA di Marco Aime, è un libro che puoi "studiare" perchè racconta un viaggio, ma fornisce molte indicazioni.

Un altro diario di viaggio in Mali è SETE D'AFRICA di Claudia Pellegrini, carino, ma con una visione più distaccata rispetto quello di Aime, comunque piacevolissimo da leggere.

Io adoro i taccuini di viaggio quindi non posso non consigliare sentitamente il bel lavoro del pittore Stefano Faravelli: MALI, CARNET DI VIAGGIO.

Invece un breve testo che dà perfettamente l'idea del rapporto tra una delle poche zone turistiche del Mali, cioè i paesi Dogon, e lo sviluppo appunto del turismo è DIARIO DOGON di Marco Aime.

Sull etnia Dogon toverai molti testi perchè a partire da uno studioso francese Marcel Griaule sono diventati famosi nel mondo per aspetti mistici... attenzione però: a volte questi testi enfatizzano l'aspetto mistico appunto e risultano spesso lontani dalla realtà. Non so.. io non mi sento di consigliare di leggere questi testi se non come successivo approfondimento.

Invece ci sono testi su Timbuctu.... addirittura puoi trovarne alcuni tratti dalle relazione dei grandi esploratori come Barth, Caillè... e forse in questo caso puo essere utile leggere la descrizione della Timboctu ricca nel suo periodo di gloria, per poterla poi oggi meglio apprezzare, avendo cosi il modo di a scovare gli aspetti interessanti che si riallacciano alla sua storia di città fiorente del commercio.

Come guide di viaggio ritengo che si equivalgano, io ho usato Routgh guide di Vallardi, non è aggiornatissima ma ha la mappa dei paesi dogon. Le informazioni sono simili anche alla Lonely planet. Mi piace molto anche la guida Polaris (migliore come grafica) e concordo pienamente con la premessa, infatti l'ho copiata in questa pagina (qui).

E'appena uscito il libro Viaggio a Bandigara che non ho ancora letto.

Cosa posso portare di utile per la popolazione?

In Mali mancano i soldi, ma si scoprirà quanti altri valori vi risiedano. Non pensate a questo paese come ad un paese povero. La definizione vale per gli aspetti economici, ma non per la ricchezza umana. Certo i doni saranno ben accetti, ma dobbiamo ricordare che non devono essere regali dal più ricco al più povero, ma saranno uno scambio. Abitini e scarpine per bambini, medicinali e attrezzature mediche, materiale scolastico, libri giornali fumetti in francese.... in cambio avremo insegnamenti sul rispetto delle persone e sui valori della vita.

E' importantissimo non fare regali a caso, per strada, ma mirati lasciando i materiali ad una scuola o ad una associazione. Questo perchè, a cuasa di questa cattiva abitudine dei turisti, i bambini si stanno abituando a chiedere cibo, soldi, piccoli doni e spesso ad abbandonare la scuola per passeggiare in cerca di Tubabu bianchi a cui chiedere regali.

In quale situazione socio-culturale ed economica vive la popolazione locale?

Bassa. Il Mali è uno dei paesi più poveri del mondo in rapporto al Prodotto interno lordo. Molte persone sono analfabete, anche giovani, perché spesso i figli più grandi lasciano la scuola per lavorare (già da bambini). La mortalità infantile prima dei 5 anni è del 25% (fa impressione pensare a questo dato che prevede che vuol dire che, in media, su 4 bimbi uno di loro muore prima di compiere 5 anni). Rispetto ad altri paesi africani le persone sono molto operose, coltivano, pescano, allevano, cuciono, riparano, riutilizzano praticamente tutto (scarti di lamiera diventano chiodi, scarti di plastica diventano borse, ecc. ecc.). Le condizioni di igiene sono scarsissime, nelle città c’è acqua potabile, ma non nei villaggi (dove si usa quella del pozzo). L’assistenza sanitaria manca, per farsi curare occorre pagare il medico e andare all’ospedale con tutto il necessario (garze, bisturi, cerotti, medicinali, ecc.). Chi non ha soldi non può essere curato, per questo in Mali si può morire anche di una piccola infezione e tranquillamente di malaria, malattia curabile, ma causa di tantissimi decessi. Molte famiglie non hanno denaro contante, ma vivono bene perché è ancora diffuso il baratto e l’auto-sostentamento tramite coltivazione e scambi. Pertanto non si incontrano persone denutrite, infatti anche se non possiedono denaro, trovano nel metodo di vita tradizionale un sistema per vivere discretamente, in caso di buona salute. I problemi insorgono nel caso di malattia, perché le cure sono a pagamento. L’alimentazione è abbondante, ma non ha elevati valori nutritivi siccome è basata soprattutto su cereali e legumi, con poca carne e poco pesce. La frutta fresca che potrebbe essere un buon apporto vitaminico non viene consumata perché costosa e pertanto è maggiormente conveniente venderla al mercato.


 

Come reagiscono i turisti quando entrano in contatto con la società maliana? Quali impressioni e giudizi (sia positivi che negativi) ti confidano al termine della loro vacanza?

A mio parere il turista generico ha una visione minima della situazione in Mali. Il turista responsabile ha molte più occasioni per vedere la vita locale, ma anche in questo caso la visione resta parziale. Per questo nel viaggio che ho organizzato ho voluto inserire al primo giorno la visita al villaggio in cui si svolgono progetti umanitari. Si vede che la gente è poverissima, ma nello stesso tempo la situazione non appare critica: non sono visibili casi di denutrizione, baraccopoli, criminalità, e le comunità appaiono in genere serene, per cui, a differenza di altri paesi africani, il Mali appare sereno, e forse il visitatore tende a sottovalutare le difficoltà presenti. A volte, alcuni turisti, estasiati dalla bella atmosfera che si vive, potrebbero non approfondire alcuni aspetti che sono sotto i loro occhi. E’ vero che l’atmosfera è serena e bella, ma i bambini seminudi che spesso sono al lavoro, le scarse condizioni igieniche, la gravità della mancanza di cure mediche, non sono una finzione o una messa in scena nel villaggio per rappresentare il classico paese del terzo mondo. E’ la realtà di ogni giorno. Forse a volte questo sfugge ai turisti meno attenti. Per cui capita che i turisti si impressionino della difficile situazione di vita locale, ma poi non si facciano scrupoli a chiedere sconti enormi su oggetti realizzati totalmente a mano, che hanno gia prezzi ridicoli, o a spendere denaro in cose futili quando di fianco i bambini raccolgono le bucce di mela che getti a terra.

Durante le occasioni d’incontro e conoscenza tra turisti e abitanti locali, sono previste anche attività pratiche o momenti in cui entrambe le parti sono in contatto diretto senza la vostra intermediazione? Se sì, qual è l’atteggiamento degli uni nei confronti degli altri?

Si, nei laboratori musicali in particolare, ma anche nelle visite dei villaggi e delle cooperative, c’è una prima fase in cui io come accompagnatore faccio la traduzione della visita, ma poi susseguono contatti diretti tra turisti e abitanti locali, anche senza conoscere bene la lingua. L’atteggiamento degli abitanti locali è sempre favorevole e curioso. L’atteggiamento dei turisti è in genere buono, di scambio, ma naturalmente varia molto da persona a persona.


Facendo un breve riferimento ai costi, per vivere un’esperienza turistica responsabile i prezzi medi sono maggiori o minori rispetto ad un tour operator che propone pacchetti standard per un turismo di massa, senza contatto con le realtà locali?

No i prezzi sono simili. Perché nonostante si calcoli una quota progetto per finanziare le attività umanitarie in corso, la scelta di strutture locali (alberghi e ristoranti) ha prezzi minori rispetto agli alberghi più lussuosi gestiti da stranieri, in genere scelti per viaggi classici. In questo caso non c’è differenza di prezzo, che nel nostro viaggio è anzi relativamente basso, c’è solo una maggior contatto con la popolazione locale, e questo significa a volte adattarsi ad alcuni servizi un po’ più spartani e semplici, ma comunque comodi. Ad es. non c’è aria condizionata ma solo ventilatore, la camera è semplice e non uguale a un qualsiasi albergo europeo…. io ritengo che scegliere in Mali queste sistemazioni può darci piu occasioni di contatto con la gente ma soprattutto farci sentire meglio anche con la propria coscienza.

Quale valore aggiunto avrebbe, secondo te, il viaggio di un turista che sceglie di vivere l’esperienza di turismo responsabile e conoscere i vostri progetti, anziché fare una vacanza tradizionale?

Il valore del contatto umano (1) e della coscienza (2).

1. Cioè il valore enorme di vedere direttamente e toccare con mano una parte della vera vita locale, il valore di fare un viaggio che ci darà conoscenza, esperienze vive e dirette, contatti umani intensi e sarà un viaggio da visitatori , da ospiti, non da semplici turisti.

2. Il valore di rendersi conto del luogo in cui si è ospiti e comportarsi di conseguenza in maniera consona e delicata, sostenibile e anche utile.