griot e musica

PAGINA IN RIFACIMENTO

Per riflettere:

Soundiata, l'imperatore mandingo ha detto: "Malinké evitate di far piangere i djelis, griots o djelis siate gli occhi, le orecchie, la bocca  del mandè". 

Il djeli (il sangue) è il solo a poter dire ciò che pensa il popolo, e ciò che deve fare il re.

Il djeli rappresenta un popolo che non può dire niente. 

Il djeli è ascoltato perchè lui conosce la storia, perchè lui conosce l'albero genealogico di tutte le famiglie.

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Il repertorio

del GRIOT

a) Canti magici o religiosi; 

b) Canti epico-storici e genealogici legati all´antico impero Mandingo;

c) Canti di lode, per il benefattore o mecenate dei griot presso la cui corte è offerta loro protezione;

d) Canti cerimoniali, festivi o rituali;

e) Proverbi, che trasmettono un aspetto della saggezza tradizionale.

Altre curiosità sui griot

su mali-music


IL GRIOT

La musica non è solo un arte dei suoni, qui la musica porta la storia, i musicisti sono i detentoi della parola....

Il GRIOT è il bardo, il cantastorie, che conosce le vicende antiche, le musiche per le cerimonie importanti e sa parlare e diffondere le informazioni tramite i canti e la musica.

 I GRIOTS, o DJELI in bambara, sono delle caste presenti in tutte le etnie dell'Africa Occidentale. Le famiglie di griot tramandano ai figli la storia degli antichi imperi e la musica. Si inizia a suonare giovanissimi, dai 3 anni, e pian piano si apprende anche la costruzione tradizionale degli strumenti. 

Sia uomini che donne possono essere dei griots, ma l'importante è la famiglia di origine. Alcuni cognomi nelle varie etnie identificano questa casta. 

Nella famiglia di griot la musica è l'occasione per radunare il padre i figli ed i cugini e suonare, improvvisare testi, comporre, tradamandare e perfezionare gli strumenti.

Costruiscono gli strumenti procurandosi nei dintorni il legno adatto, oltre alle grandi mezze zucche svuotate (calebasse), chiodi, pelle e filo.


GLI STRUMENTI IN MALI

KORA - antico strumento melodico a 21 corde, disposte su due file, in accordatura diatonica, con una cassa di risonanza ricavata da una mezza zucca rivestita di pelle di vacca. Ricorda il suono magico dell'arpa e del liuto, ed è lo strumento principale del griot. 

BALAFON- uno xilofono con in genere 21  lamelle (cioè 3 scale, ma il numero può variare) di un sonoro legno rosso con venature bianche e profumato, chiamato Golé in lingua bambara (detto anche Guenì o Ngoni, in francese Vène e in inglese Woodrose o Padouk, il nome scientifico è Pterocarpus erinaceus). La ricerca dell'albero è difficile, devono cercarlo nella savana e prima di tagliarlo c'è un rito magico con un sacrificio di un pollo o di semi di cola per domandare il permesso all'albero Golé. La mia ricerca del nome scientifico di questo albero è stata altrettanto faticosa!!

Sotto ciascuna lama di legno, per creare la cassa di risonanza, è appesa una zucca tagliata. Le zucche sono tagliate in modo che producano la stessa nota della lama di legno soprastante. Quindi non solo amplificano, ma riproducono la stessa nota. Ogni zucca ha un piccolo forellino sul lato che è coperto da sottilissima plastica per dare un effetto di vibrazione al suono. Un tempo per questo uso era utilizzata la ragnatela,ora si preferisce la plastica frusicante, ma come colla si usa sempre una resina naturale. 

La base o cassa del balafon è in legno legata con pelle di vacca. Viene procurata la pelle intera e trattata con escrementi di pollo per conciarla e tagliarla in striscioline adatte alle legature. 

Le lame non appoggiano sulla base di legno ma sono sostenute sollevate da due corde molto tese. Ogni lama è legata all'altra tramite corde più sottili. Le famiglie Dembélé e Keita usano sempre corde nere per sostenere e bianche per legare le lame.

Ogni etnia ha il suo balafon con accordature diverse, pentatoniche o diatoniche, forme varie, da quasi piatto a completamente arcuato fino a formare una U. L'importante è che il suono si accordi con l'accento della lingua dell'etnia.

La famiglia Dembélé e Keita costruiscono balafon speciali, con un trattamento del legno che non varierà più la nota, particolarmente resistenti, con un timbro caldo e squillante ed un suono "pieno". Questo grazie anche al particolare trattamento di una settimana che viene fatto alle zucche, lavorate con acqua per una settimana, e soprattutto grazie alla particolare (e in parte misterioso) sistema di cottura al forno del legno.

KAMELE N'GONI- strumento che possiede una struttura simile alla kora, ma la zucca è più tonda (più di metà) e la pelle usata è quella di capra. Inoltre il numero di corde è inferiore e l'accordatura pentatonica. Le corde (in numero da 6 a 20 ma in genere tra 8 e 12), oggi di nylon, sono sempre disposte su due file e suonate con indice e pollice di entrambe le mani. Detta semplicemente n'goni, il vero nome di questo strumento è kamele n'goni, cioè la n'goni del giovane, per differenziarla dalla DONZON n'goni, del cacciatore, a sei corde e con uso diverso, propiziatorio.

DJELI N'GONI Esistono poi altri strumenti a corde molto più semplici che possiedono solo due, tre o quattro corde, vengono suonati in posizione da chitarra e modificando le note sul manico. La cassa di risonanza questa volta non è di zucca ma di legno (golé).  Mantengono lo stesso nome generico di n'goni.

La melodia di balafon, kora e n'gonì è accompagnata dalle PERCUSSIONI 

come DJEMBE', DUN DUN, N'TAMANI o TAM TAM il tamburo da braccio, calebasse, DJ DUN, BARA'

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COSTRUZIONE DEGLI STRUMENTI TRADIZIONALI

Mi ha affascinato soprattutto la costruzione del balafon! Perchè i tasti (lamelle di legno) erano posizionati uno dopo l'altro semplicemente ad orecchio, e se uno dei tasti non era accordato o aveva un suono non perfetto veniva velocemente adattato grattando la parte posteriore con una piccola ascia.  In seguito si deve scegliere, sempre ad orecchio,  la zucca adatta da appendere sotto ogni lamella. Le zucchette, di dimensioni diverse, hanno un grande foro in alto e un piccolo forellino laterale che venivano coperti da uno strato sottile di plastica dei sacchetti, ma anche con tela di ragno.

Nell'atelier della nostra associazione si costruiscono gli strumenti tradizionali in maniera professionale per strumenti di alta qualità.. ma si costruisce anche lavoro e futuro 

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La MUSICA


Un gruppo di giovani griot di etnia Bobò. Ho avuto la fortuna di seguire la loro attività ed assitere ad alcuni loro bellissimi concerti in cui si resta affascinati dalla bravura tecnica e dal ritmo, oltre che dalla dolcezza delle voci e delle melodie:

n'goni e balaphon parlano la loro stessa lingua... 

 QUI altro su DEMBELE DJELI: info, video, audio


Indice

 Il Griot

 Gli strumenti musicali in Mali

 Costruzione degli strumenti tradizionali

 Viaggio in Mali speciale MUSICA

 Atelier GOLE' strumenti musicali tradizionali e corsi


 I gruppi musicali:



DEMBELE DJELI

Zam Moustapha DEMBELE

Segou, Mali

PV, Italia /Ségou, Mali

musica tradizionale

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musica tradizionale con balafon, kora, n'goni

incontri/ lezioni di presentazione del griot e degli strumenti musicali che si uniscono a musicisti italiani